Nel Presbiterio e sul Coro
Al centro della parete di fondo, soprastante al coro, è la grande pala (olio su tela) dov’è rappresentato
Il battesimo di Cristo. Dall’Ottocento appare inclusa ed adattata in una più ampia, composita cornice centinata, a mo’ di ancona, fortemente sporgente (proveniente dalla chiesa di S. Francesco). Il pregevole dipinto è opera del saviglianese Giovanni Antonio Molineri (1577-1631), realizzato per questa parrocchiale nel terzo decennio del Seicento su committenza degli Agostiniani. La scena è colta con sobria, forte naturalezza, ma pure con evidenti modalità post-caravaggesche.
In alto, sulla parete di fondo della chiesa, è visibile il trittico eseguito in pittura murale nel 1887 da Paolo Gaidano (1861-1916), poirinese di nascita però attivo a Torino. Vi sono abilmente raffigurati, con modalità tradizionali, la Madonna col Bambino, Santa Teresa d’Avila, San Francesco d’Assisi e, ai lati, due Angioletti.
Al centro, sulla mensa dell’altare maggiore (realizzato nel 1894 su precedente progetto dell’ing. Cesare Fantazzini di Torino), sono ben visibili cinque tavole dipinte a tempera, disposte orizzontalmente.
Queste opere pittoriche (nell’Ottocento collocate su una parete dell’altare laterale della Madonna delle Grazie e nel secolo scorso montate in una singolare cornice a forma di croce visibile nel settore absidale) facevano parte della predella di un pregevole polittico che da molto tempo è osservabile nella Galleria Sabauda di Torino.
Tale polittico risulta eseguito nel 1493 dall’astigiano Gandolfino da Roreto (documentato tra il 1493 ed il 1518) per l’albese chiesa di S. Francesco d’Assisi. Nei pannelli ricomposti sono raffigurati Cristo e gli Apostoli, con modalità memore della tradizione ligure-provenzale.
Sulla parete a sinistra è collocato il dipinto cinquecentesco che, in questa chiesa, originariamente era posizionato sulla mensa laterale di S. Lucia e S. Nicolò (ubicata dove attualmente è il fonte battesimale). Vi sono raffigurati la Madonna col Bambino, Sant’Agostino (o San Nicola vescovo) e Santa Lucia martire sullo sfondo di edifici classici. Non è chiara la sua provenienza: dal convento agostiniano di S. Maria della Consolazione ad Alba (abbandonato dai monaci nel 1556) oppure dalla scomparsa chiesa albese di S. Nicolao. L’opera pittorica, d’autore ignoto di probabile ambito macriniano (forse lo stesso della pala «della Consorzia» già in cattedrale ed oggi nel palazzo comunale), è riferibile al primo quarto del XVI secolo.